Il Porticato
Varcando l'imponente cancello in ferro battuto da Via Vittorio Emanuele II, il lato destro del muro perimetrale affacciato su via Vicolo al Viale, è definito da un camminamento coperto che serviva da collegamento tra la foresteria e le scuderie, il ricovero delle carozze e alcuni locali adibiti a selleria, ferratura dei cavalli, deposito fieno.
Il portico è sorretto da ventiquattro colonne in granito bianco recuperate dai fratelli Bagatti Valsecchi dal demolito Lazzaretto di Milano; sotto al portico vi era un lapidario costituito da frammenti di decorazioni per lo più di fattura e provenienza rinascimentale.
I reperti esposti dai Bagatti provenivano per la maggior parte, dal convento milanese di S. Erasmo e dal Palazzo Castiglioni-Branda di Castiglione Olona.
Si trattava di una sorta di lapidario simile a una sala museale, dove erano mostrati numerosi, pregevoli e autentici pezzi che, purtroppo, nel 1900 vennero smantellati e portati altrove.
Oggi il portico necessita di interventi di restauro e, delle lapidi, delle epigrafe, dei preziosi oggetti appesi alle mura, non è rimasto che un profilo cementato, a disegnarne l'esistenza di un tempo.